Cambiamenti imminenti in vista dell’adozione obbligatoria della fatturazione elettronica in Italia

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L’Italia è il paese che ha registrato il divario IVA maggiore rispetto agli altri stati membri dell’UE.

Nel 2015, la differenza tra il gettito IVA atteso e la somma effettivamente riscossa è stata di ben 35 miliardi di euro. Come molti altri paesi di tutto il mondo, il Governo italiano sta adottando misure volte a fronteggiare questo problema, nella speranza di ridurre l’evasione fiscale ed incrementare le entrate provenienti dalla riscossione dell’IVA.

La fatturazione elettronica tra imprese e pubblica amministrazione (B2G, Business-to-Government) è stata resa obbligatoria nel giugno 2014. Nel 2016, questa misura ha consentito al Governo di recuperare imposte per un valore di 19 milioni di euro. L’anno scorso, le aziende sono state invitate a utilizzare il Sistema di Interscambio (SDI), ovvero la piattaforma di fatturazione elettronica del Governo italiano. Per promuovere l’adozione della piattaforma SDI, il Governo italiano ha concesso numerose agevolazioni fiscali alle aziende, come l’esenzione dall’obbligo di compilazione delle dichiarazioni Intrastat e l’ottenimento dei rimborsi IVA in via prioritaria, ma tali provvedimenti non hanno determinato miglioramenti sostanziali.

Misure radicali

Il Governo italiano renderà obbligatoria la fatturazione elettronica B2B per tutte le aziende a partire da gennaio 2019. Tale misura ha inizialmente sollevato delle perplessità, in quanto richiedeva la concessione di una deroga da parte del Consiglio europeo. Il mandato, infatti, viola diverse disposizioni della Direttiva UE in materia di IVA, in particolare per quando riguarda la necessità che l’acquirente accetti lo scambio di fatture elettroniche e che abbia la facoltà di scegliere il formato del documento. Le normative del Governo italiano costringerebbero, quindi, le aziende ad adottare il sistema di fatturazione elettronica senza possibilità di scelta.

Poiché il Consiglio europeo ha ora confermato che l’Italia è autorizzata a gestire tutte le fatture nazionali tramite la piattaforma SDI, tale decisione potrebbe indurre altri paesi dell’UE a seguire l’esempio e a rendere obbligatoria la fatturazione elettronica.

Risultati positivi in America Latina

La proposta italiana, che potrebbe sollevare un putiferio in Europa, è già stata introdotta con successo in molte altre parti del mondo. La Turchia e diversi paesi dell’America Latina hanno già adottato un sistema di fatturazione elettronica, noto come “modello di clearance”. Tutte le transazioni (in primo luogo le fatture) tra aziende private, devono transitare su una piattaforma di fatturazione governativa affinché l’autorità fiscale possa verificare e monitorare, in tempo reale, le operazioni tra partner commerciali. Tale sistema ha consentito ai governi di ridurre il divario IVA e di ottenere miglioramenti in termini di efficienza. In Messico, ad esempio, il sistema di clearance elabora circa 10 miliardi di fatture elettroniche all’anno e finora ha permesso di incrementare del 34% l’importo delle imposte riscosse.

Possibili problemi all’orizzonte

Rendere obbligatoria la fatturazione elettronica B2B potrebbe rivelarsi un processo non privo di difficoltà. L’economia digitale non ha ancora decollato in Italia. Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), l’indicatore che misura l’evoluzione degli stati membri dell’UE in termini di competitività digitale, l’Italia si posiziona al quart’ultimo posto, seguita solo da Romania, Bulgaria e Grecia. Il paese registra anche una delle percentuali più basse di utenti Internet attivi. Inoltre, circa quattro su cinque milioni di aziende italiane registrate sono imprese di piccole e medie dimensioni (PMI). Tutti questi fattori inducono a pensare che il passaggio al sistema di fatturazione elettronica previsto entro gennaio potrebbe essere difficoltoso.

Visto il livello attuale di digitalizzazione e di utilizzo di Internet in Italia, i nuovi regolamenti potrebbero comportare oneri tecnici e finanziari molto pesanti che le piccole imprese troveranno difficile sostenere. Molte aziende si troveranno ad affrontare sfide complesse relativamente all’emissione e all’elaborazione delle fatture elettroniche, dal momento che i sistemi ERP in uso potrebbero essere datati e incompatibili con la piattaforma del Governo. Malgrado le migliori intenzioni di efficientamento e modernizzazione, tali riforme potrebbero trasformarsi in un incubo amministrativo per il Governo italiano e per le piccole imprese qualora non dovessero avviare per tempo i necessari preparativi.

In quanto “evangelisti digitali”, siamo convinti sostenitori del sistema di fatturazione elettronica. Ciò nonostante, ci rendiamo conto che questa transizione richiede tempo, investimenti e l’accettazione da parte delle aziende. A lungo termine, tuttavia, riteniamo che i vantaggi derivanti per le imprese di qualsiasi natura e dimensione superino ampiamente i costi iniziali di implementazione. Il sistema di fatturazione elettronica è più efficiente e accurato, elimina il rischio di frodi e, secondo Billentis, consente di ridurre i costi legati alla gestione delle fatture di oltre il 50%. Affidando in outsourcing il flusso di fatturazione ad un provider di fatturazione elettronica come Tungsten Network, le aziende possono delegare gran parte delle problematiche associate alla conformità.

Quali saranno le ripercussioni per le aziende che operano al di fuori dell’Italia?

Le normative saranno applicabili alle aziende residenti o istituite in Italia. Saranno impattate anche le aziende multinazionali che eseguono transazioni utilizzando il numero di partita IVA italiano. Ad esempio, qualora un’azienda del Regno Unito utilizzi un numero di partita IVA italiano, questa avrà l’obbligo di inviare all’autorità fiscale italiana, per via elettronica, una comunicazione transfrontaliera contenente dati dettagliati sulla transazione entro l’ultimo giorno del mese successivo al ricevimento della fattura. Allo stesso modo, anche un’azienda italiana (con partita IVA italiana) che effettua transazioni con un’azienda del Regno Unito (con partita IVA britannica), avrà l’obbligo di inviare una comunicazione transfrontaliera. Qualunque sia il settore di attività di un’impresa, il nostro obiettivo è quello di semplificare il processo e far sì che i cambiamenti non siano motivo di preoccupazione per le aziende che utilizzano la nostra rete.

Collaboriamo con aziende italiane dal 2005 e, pertanto, siamo consapevoli delle complessità insite nella gestione di attività imprenditoriali e commerciali in Italia. Attraverso la nostra piattaforma, lo scorso anno abbiamo elaborato fatture per un valore di 4,5 miliardi di sterline per i nostri clienti italiani.

Assistenza di Tungsten Network in ogni singola fase

In qualità di intermediari tra le aziende e le autorità fiscali, abbiamo collaborato con il Governo italiano per sviluppare un prodotto che consenta alle organizzazioni di rispettare le disposizioni di legge. A tale scopo, stiamo implementando una funzionalità nel nostro sistema che permette di trasmettere i dati di fatturazione alle autorità fiscali italiane attraverso la nostra rete, in modo che le aziende non debbano preoccuparsi della conformità alle normative. I nostri clienti italiani potranno utilizzare Tungsten Network per inoltrare tutte le loro fatture, in ingresso e in uscita, alla piattaforma SDI.

Il panorama normativo è in continua evoluzione, e noi ci impegniamo costantemente a comprendere i requisiti specifici di ogni paese al fine di garantire la conformità delle fatture che elaboriamo.

Non appena il nuovo sistema entrerà in vigore il prossimo gennaio, saremo a disposizione dei clienti per sostenere e agevolare le relazioni commerciali in tutte le fasi della catena di fornitura globale.

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